Scoperta delle risorgive

Fonti di acqua potabile

Il 5 marzo del 1890 la Giunta comunale di Carmignano deliberava “unanime per alzata e seduta” di stanziare 183,70 lire per alcune spese già sostenute relative ad una “gita” effettuata sul Montalbano dall’ingegnere Montanari della Società Italiana per Condotte d’Acqua, con sede a Roma. La “gita” era finalizzata a trovare sorgenti adatte all’acquedotto che la Giunta del Sindaco Antonio Ricci aveva deciso di costruire fin dal dicembre precedente. Prendeva corpo così la più grande opera pubblica intrapresa del Comune di Carmignano fin dall’Unità nazionale che avrebbe condotto, di lì a pochi anni, ad avere in paese la disponibilità per la popolazione di acqua potabile corrente, “pura e di buona qualità”, mediante fontanelli.

Il 24 dicembre 1888 infatti, era stata promulgata dal Parlamento la prima legge d’igiene pubblica. Con tale norma lo Stato imponeva alle Amministrazioni locali uno sforzo immenso dovendo “ogni Comune […] essere fornito di acqua potabile riconosciuta pura e di buona qualità”. La legge, oltre a sottoporre tutti i Comuni ad una difficile prova, avrebbe causato una vera e propria rivoluzione, in primo luogo in ambito igienico ma, col tempo, anche in campo sociale e culturale. Ogni Comune, per quanto piccolo potesse essere (e in Italia, nel 1866, quelli con meno di 6.000 abitanti erano oltre il 92%), si vedeva costretto all’assunzione di un compito titanico che andava quasi sempre ben oltre le proprie forze. Quindi anche Carmignano si vide costretto ad ottemperare alla nuova legge e dotare i suoi cittadini di acqua “pura e di buona qualità”.

A cavallo fra gennaio e febbraio l’esperto ingegnere Montanari, dopo alcune perlustrazioni nella zona compresa fra I Fornelli e Fornia, individuò le risorgive collocate lungo la linea di contatto fra le due diverse litologie presenti sul fianco nord-orientale del Montalbano: quella superiore del Macigno, permeabile, e quella inferiore del Complesso caotico, contenente argille e quindi assai meno permeabile. Le risorgive si collocavano fra i 270 ed i 280 metri di altitudine ed erano nominate Acqua Calda, Camerata e Il Chiuso. Queste si dimostrarono adatte per soddisfare la richiesta di acqua del paese di Carmignano. Cominciava così il lungo e tormentato (soprattutto dal punto di vista politico) percorso che avrebbe portato alla costruzione dell’opera acquedottistica in grado di soddisfare le richieste d’acqua non solo di Carmignano ma anche di Comeana e Poggio a Caiano. L’impegno di spesa fu notevole per quei tempi (quasi 90.000 lire) e ciò provocò diversi problemi politici in Consiglio comunale; comunque, nell’ottobre del 1893, l’opera, almeno per l’abitato di Carmignano, poteva dirsi conclusa.