La cisterna dell'acquedotto

Il 23 maggio del 1872 il Sindaco di Carmignano Pietro Cocchi ed il Consiglio Comunale deliberavano la costruzione “di massima” di una cisterna all’interno del paese.

L’impegno preso dal Consiglio nel maggio del 1872 non si tradusse immediatamente nei lavori di costruzione ed infatti solo il 30 giugno del 1875 il Consiglio approvò “la costruzione di una cisterna nel piazzale di fronte alla Compagnia e Canonica di Carmignano”, mentre poco più di un mese dopo, il 4 agosto, lo stesso Consiglio approvava la “perizia dei lavori”, con tanto di relazione tecnica stesa dal consigliere e ingegnere Odoardo Rimediotti. Questa descriveva come si sarebbe costruito il manufatto e indicava come spesa di tutta l’operazione la consistente cifra di lire 12.652.

A causa di alcuni intoppi legati alla gara di appalto, solo il 27 aprile del 1876 l’Amministrazione poté firmare il contratto di accollo dei lavori; in esso si stabiliva oltre che la data per la consegna (30 luglio 1876), anche una prima annotazione riguardante lo scavo che avrebbe dovuto ospitare il manufatto e che sarebbe stato condotto ad una profondità tale che il piano superiore in muratura della cisterna sarebbe dovuto risultare interrato per almeno 50 cm (oggi tale misura è di 1,25 metri dal livello strada).

Il 7 agosto 1877, una stringata relazione ci informa che era stata approvata la captazione della doccia “apposta alla tettoia della Compagnia di Carmignano […] in servizio alla nuova cisterna”, testimoniando così non solo la fine della costruzione del manufatto acquedottistico, ma anche la sua già avvenuta entrata in funzione.

Il disegno qui sotto riporta le misure e le forme della cisterna, costituita da quattro serbatoi collegati e divisi da un muro portante, ancora oggi presente sotto la piazza di fronte alla chiesa.

Almeno tre furono i fattori che determinarono l’individuazione dell’area dove ricavare la cisterna che, ricordiamo, prima della costruzione dell’acquedotto si sarebbe dovuta riempire mediante acqua piovana raccolta dai tetti. In primo luogo l’allargamento della via Vergheretana e la sistemazione urbanistica degli anni Sessanta avevano creato le condizioni materiali per ospitare un manufatto di tali dimensioni (lungo 28 metri, largo 6 metri e alto 3,61 metri); in secondo luogo proprio in questa zona si poteva disporre di uno dei più estesi tetti dell’intero paese costituito da tre parti riunite, ovvero il tetto della chiesa, quello del chiostro e quello della Compagnia. Infine, ultimo ma non per importanza, il fatto che a quell’epoca quasi tutto il paese di Carmignano era collocato più in basso della cisterna, cosa questa che avrebbe facilitato notevolmente l’operazione di distribuzione dell’acqua ai fontanelli.

Una volta costruito l’acquedotto (ottobre 1893) la cisterna venne riempita mediante l’acqua sorgiva mentre le acque piovane vennero scaricate a terra. La nuova normativa infatti, prevedeva che non si potessero più usare per scopo alimentare.