Anello della Furba

Pista ciclabile lungo l'Ombrone unisce i territori medicei

Punto di partenza - Parco Museo Quinto Martini - Seano (Parcheggio).
Comeana (43.793198, 11.056410), dove è posizionata la bacheca illustrativa del percorso

Lunghezza percorso: 11,3 km
Dislivello: + 300 m

 

L’itinerario inizia presso il ponte della Strada regionale 66 sul torrente Furba, in località Poggetto, dove c’è l’accesso al percorso pedonale recentemente realizzato che risale il corso d’acqua sulla sponda orografica sinistra.

Nel primo chilometro circa il percorso è ricavto sull’argine sinistro e non presenta nessuna difficoltà. Il territorio circostante mostra i segni di una recente urbanizzazione che negli ultimi 50 anni ha saturato molti spazi un tempo coltivati; quelli che non sono stati occupati dall’urbanizzazione risultano in buona parte abbandonati. Il corso d’acqua, per esigenze di sicurezza idraulica, è stato modellato su entrambe le sponde e per questo mostra oggi un aspetto che non è più quello di un corso d’acqua natruale ma di un canale.

Arrivati al ponte con la via Carmignanese (15’) si oltrepèassa la strada e si continua sempre in riva sinistra lambendo il Parco Quinto Martini per arrivare velocemente al punto dove termina questo percorso pedo-ciclabile lungo il torrente Furba. Si svolta a destra prendendo via della Furba che ci conduce aquasi subito in piazza IV Novembre di Seano dove, tenendo la sinistra, facciamo il giro in senso antiorario della piccola piazza, si va a prendere via Baccheretana che seguiamo tenendo la sinistra. Dopo circa 50 metri si prosegue a dritto in via Lame che ci conduce poco dopo fuori del centro abitato di Seano, arrivando presso il ponte Nero (25’), sempre sul torretne Furba.

Superiamo il ponte e giriamo seccamente a destra immettendoci in una viottola campestre che segue il corso d’acqua in riva destra. Da qui in avanti il torrente Furba mostra un aspetto più ‘naturale’ con curve e briglie lapidee dentro l’alveo, segni di una gestione idraulica del passato concepita diversamente da oggi. Superiamo un piccolo boschetto posto proprio sotto la ripida collina alla cui sommità sta il piccolo borgo storico di Valle, camminiamo lungo una piccola vigna ed arriviamo alla strada (con il ponte) che collega il fondovalle al soprastante borgo rurale di Valle (35’). Svoltiamo a destra, superiamo il ponte ed entriamo subito a sinistra in un campo aperto camminando parallelamente al corso d’acqua; giungiamo velocemente ad una vigna dove proseguiamo tenendo la direzione dritta (il corso del torrente si allontana da noi a sinistra) seguendo un fossetto, transitiamo a fianco di una quercia isolata e poi, puntando verso le altre quercie davanti a noi, si prosegue fra i filari. Si piega leggermente a destra seguendo il fossetto per sbucare velocemente su di un’ampia strada in piano (1h 10’).

Proseguiamo dritti sulla strada per arrivare velocemente all’incrocio con via del Fontanaccio che a sinistra sale sul fianco della collina di Carmignano; proprio nel puntro dove questa valica il torrente Furba con un piccolo ponte, è presente uno dei vecchi mulini presenti in questo tratto del torrente nei secoli passati. Oggi è adibito ad abitazione privata. Si prosegue a dritto sull’ampia strada che ci conduce dopo alcune centinaia di metri ad un nuovo ponte; qui, prima di passare sull’altra sponda, abbandoniamo la strada ed entriamo dritti nella viottola che costeggia in testata una vigna ed il corso della Furba (1h 18’).

Si supera un passaggio in cemento sopra un fossetto e si comincia a salire sempre a fianco di una vigna terminata la quale si pass a fiancheggiarne un’altra fino a giunger ein un punto dove la traccia piega con evidenza verso sinistra, scendendo nell’alveo del Furba (1h 24’).

Guadiamo il torrente e iniziamo a salire per poi lasciare subito la traccia che sale piegando a destra in direzione parallela al corso d’acqua. Si arriva subito ad una vecchia briglia lapidea, la prima di una serie che d’ora in avanti caratterizzano il corso di questo torrente. Si attraversa il Furba utilizzando la briglia, si risale il corso d’acqua per pochi metri e poi torniamo nuovamente sulla riva destra a fianco di una seconda briglia. Subito dopo nuovamente si attraversa per tornare in riva sinistra dove individuiamo i resti di una terza briglia; a questo punto continuiamo a risalre il Furba direttamente nell’alveo per poi piegare nuovamente sulla riva sinistra dove si oltrepassa un grande albero caduto di traverso al corso d’acqua. Si rientra nell’alveo con un vecchio muraglione in pietra presente sulla riva sinistra insieme ai resti di una quarta briglia. Giungiamo quindi alla quinta briglia, la più grade di tutte e quella che ha meglio conservate le sue parti (1h 35’). Il manufatto è posto in un punto dove il corso d’acqua lambisce un grande affioramento di roccia (Alberese) al quale la briglia si appoggiava per resistere all’impeto dell’acqua.

Si continua risalendo con una certa difficoltà il Furba sempre restando dentro l’alveo e sottopassando una serie di alberi caduti; quando giungiamo ad una briglia moderna in cemento (abbattuta dalla forza dell’acqua), si esce dall’alveo in riva sinistra per puntare a dritto al sentiero che transita a pochi metri di fronte, oltre la vegetazione. Raggiunto il sentiero si prende a sinistra in piano, si supera un fossetto tributario del Furba per poi guadare nuovamente quest’ultimo tornando in riva destra. Dopo pochi metri si torna nuovamente dentro l’alveo ed usciamo in riva sinistra per poi rientrare nell’alveo e percorrere qui dentro la S che il torrente compie. Sulla riva sinistra si notano degli affioramenti di argilla. Nel punto dove il Furba compie una curva destrorsa (nel senso della corrente) si esce nuovamente in riva sinistra e si prosegue superando quello che sembra essere un piccolo tributrario ma che è in realtà un ramo dello stesso Furba. Si continua dentro l’alveo superando un’altra S e nel momento in cui si sta per uscirne si sale sulal riva sinistra proseguendo sul sentiero utilizzato dai ciclisti con le MTB.

Si sale leggermente sopraelevandosi sul torrente Furba che in questo tratto vede invaso il suo alveo da molti alberi caduti (1h 52’). Si guada nuovamente il Furba in riva destra seguendo una traccia di sentiero, si entra nuovamente nell’alveo guadagnando di nuovo la riva sinsitra proseguendo sul ben visibile sentiero. Si passa in riva destra nel punto dove insiste una grande frana sulla riva opposta, di fronte a noi; si rientra nell’alvo e si prosegue con una certa difficoltà. Dopo poche decina di metri si esce per l’ultima volta sulla riva sinistra prendendo a sinistra il sentiero MTB che transita ortogonalmente al Furba vicinissimo. Si supera una leggera salita per sbucare in uno stradello che seguiamo in discesa ed arrivare subito al mulino dopo aver superato il Furba con un bel ponte in pietra (2h).

Si prende a seguire la strada in salita che ci porta subito fuori dal torrente nei campi aperti fino ad arrivare ad un incrocio nei pressi di una casa alla nostra sinistra (podere il Casino); qui svoltiamo a destra su asfalto e continuiamo a salire per qualche altra decina di metri fino a costeggiare un brutto capanno alla nostra sinistra. Subito dopo lasciamo l’asfalto per svoltare a sinistra iniziando a percorrere l’itinerario L’acquedotto storico di Carmignano facente parte sempre delle Vie dell’Acqua.

Cominciamo a seguire la viottola campestre (vecchia strada vicinale) che sale nel campo di olivi. Si continua a salire su percorso ora ben evidente, si sfiora un grande e bel cipresso isolato e si giunge dove la salita si attenua proprio dietro la villa di Santa Cristina a Mezzana, nel passato di proprietà della famiglia Comparini (2h 15’).

Subito dopo si prende la strada campestre a sinistra in discesa per arrivare quasi subito ad un primo incrocio con vecchio tabernacolo ricavato nel muro a retta in pietra: si prosegue tenendo la sinistra (dove c’è l’edicola) e si continua in piano a fianco del vecchio muro, si supera una larga curva a destra e si raggiunge una seconda edicola posta in prossimità di un trivio. Si prende a sinistra, inoltrandosi nello spiazzo pianeggiante punteggiato di olivi e ci si porta all’estremità opposta, presso il grande cipresso isolato e la curiosa costruzione lì accanto, per osservare il paesaggio (alto bacino del torrente Furba) che si offre alla nostra vista da questa specie di terrazza. Si torna indietro fino all’edicola e si prosegue a dritto in salita per poi tenere la destra (cioè quella meno battuta) quado questa si sdoppia. Si prosegue in salita seguendo quella che era una vecchia viabilità che conduceva alla sommità della collina del castello di Carmignano, posta sopra di noi; si supera un altro grande cipresso isolato con probabili funzioni confinarie e una moderna captazione dell’acqua (a sinistra) mentre la salita si fa più ripida. Al brutto capanno di lamiera che si incontra si piega a destra fra gli olivi terrazzati, si costeggia un muro per poi sbucare nella via comunale (via di Castello) (2h 25’).

Si svolta a sinistra, si percorre il tratto in pari della stretta via per poi scendere dove questa si incrocia con via Erta del Pollaio; qui teniamo ancora la sinistra seguendo via del Castello che transita di fronte alla bella villa Ricci ed arriva velocemente al complesso della Rocca, contrassegnato da una poderosa cinta muraria; qui svoltiamo a destra e, rasentando le mura, seguiamo il Belvedere Rigoli con ampie vedute verso Est fino al Pratomagno e al Chianti fiorentino. Superiamo il punto panoramico (2h 34’) e scendiamo le ampie sale per sbucare nuovamente in via di Castello che attraversiamo prendendo via Erta di Pogginari che scende fino al quadrivio con via Fontanaccio dove svoltiamo a sinistra in via Fontanaccio in ripida discesa asfaltata. Al vicino bivio che troviamo teniamo la destra in via Novelli proseguendo in pari e arrivando velocmente alla villa omonima dove curviamo a destra passando di fronte all’ingresso e superando anche la cappellina di famiglia. Proseguiamo in leggera discesa con panorama molto ampio che comprende (spostandosi verso sinistra con lo sguardo) nell’ordine: Prato e la Calvana dietro, i Faggi di Iavello, l’Acquerino pratese-pistoiese, l’Abetone, mentre più in basso abbiamo la conurbazione che uniosce Prato a Pistoia attraverso Montemurlo e Montale.

Al bicvio che si incrocia poco dopo si prende via Valle a sinistra. Proseguaimo sui strada sterrata alla fine della discesa ed un breve tratto in piano anticipa un’ampia curva a sinistra. Qui dobbiamo porre attenzione: sulla destra si stacca un piccolo sentiero che scende nel bosco per arrivare dopo poche decine di metri ad un incrocio dove teniamo la sinistra, sempre in discesa. Percorriamo alcuni stretti tornati e siamo alla fonte di Castagnati. Proseguiamo sullo stradello forestale che giunge velocmente ad un incrocio prima di uscire dal bosco (2h 52’): svoltiamo a sinistra proseguendo in legegre discesa nel bosco. Nelpunto dove il nostro percorso si avvina al lago di Castagnati tanto da intravederlo teniamo la sinistra all’incrocio per arrivare quasi subito sulla diga in terra, fuori da bosco. L’attraversiamo e in fondo teniamo la sinistra in leggera salita sbucando a fianco di una vigna dove invece teniamo la destra, sempre in discesa. Asggiriamo la vigna e al nuvo incorcio con una eviodenta strada campestra che scende a sinistra seguaimo quest’ultima che ci conduce proprio alla base della diga (3h).

Ci voltiamo di 90° verso detra e percorriamo il campo aperto in piano fino in fondo, dove inizia il bosco; qui incontriamo il sentiero che entra nella vegetazione salendo leggermente; dopo pochi metri la traccia inizia a scendere tenendo la destra e proseguendo in un terreno abbandonato e riconquistato dalla macchia. Sbuchiamo velocemente nel fondovalle dove vi sono degli orti; seguamo lo stradello che a dritto li fiancheggia e proseguendo tralasciando tutte le deviazioni laterali arriviamo velocmente all’asfalto e alle prime case di via Casone.

Al bivio con via Lame (3h 11’) svoltiamo a destra ed arriviamo quasi subito alla fine della strada asfaltata dove si trova un incrocio: teniamo la sinistra continuando in piano sulla strada di campagna utilizzata dai mezzi agricoli con le vigne alla nostra destra e sinistra e puntando verso le vicine abitazioni. Si torna su asfalto costeggiando una fila di case alla nostra sinistra, si curva a sinistra e poi, prima della prossima curva a destra, si prosegue a dritto sul marciapiede fino a scovare, alla nostra destra, dopo pochi metri, un piccolo passaggio nella siepe di divisione che ci immette nel Parco Quinto Martini, nei pressi di una baita in legno.

Si prende a costeggiare il grande ovale in cemento per il pattinaggio in senso antiorario e poi si lascia per prendere a destra uno dei vialetti inghiaiati con l’altissimo palo di illuminazione; lo superiamo e poi pieghiamo subito a sinistra percorrendo un altro vialetto in curva e ancora a sinistra usufruendo dell’ultimo vialetto che ci conduce ad una catena e all’uscita dal Parco, in proissimità della strada provinciale (3h 20’). Svoltiamo asinistra e siamo subito al pointe sulla Furba superato il quale riprendiamo a destra il percorso pedonale di cui abbiamo usufruito all’andata. In breve torniamo al punto di partenza (3h 35’)